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VOLONTARIATO
Foulard Blanc

Jonathan

Stakanovista
Nel mese di Agosto del 1974 per il Comune di Milano ho lavorato 34 giorni: 21 presso le colonie a Cesenatico e 14 a Ruffey in Francia con le Giubbe Rosse. L’esterefatto impiegato che mi doveva pagare ha risolto la cosa aggiungendo 4 giorni lavorativi a settembre.
La cosa si spiega perché il prof. Dell’Acqua mi voleva come animatore delle Giubbe Rosse ed io, pur di fare quell’esperienza, avevo accumulato i miei 4 giorni di riposo alla fine del turno per poter partire per tempo.

Il primo impatto
È stata la prima vera volta che vivevo con dei disabili: condividere la stessa tenda e lo stesso pane, ascoltare nella Torre l’incontro delle 6 e mezza di sera, gioire delle serate, ammirare le cittadine della Borgogna, gustare i piatti e i vini tipici…
E gli occhi azzurri di quella ragazza paraplegica francese che dalla carrozzella mi fissavano… Ed ecco per la prima volta la domanda: perché?

Le Giubbe Rosse
Le Giubbe Rosse si chiamano così dal colore della loro K-way: la prima volta che fecero le vacanze nel lontano 1954, in collaborazione col Don Gnocchi, gli abitanti di Malcesine, vedendoli, li chiamarono Giubbe Rosse. E Giubbe Rosse furono.
Sono ragazzi disabili, inizialmente sensoriali o polimielitici, poi anche focomelici e spastici. Disabili fisici con la mente intelligente. Il prof ha scelto loro per farne “Uomini Nuovi”.

La loro domanda: Perché?
Il mio “Perché?” diventa un nulla di fronte ai loro “Perché?”.
Provate a pensare. Un adolescente si pone tutti i problemi della vita; un disabile adolescente, oltre ai problemi normali di ogni adolescente, si pone anche i problemi della sua disabilità. Non è a+b, ma axb o addirittura a elevato a b.
Dal 1974 le vacanze delle Giubbe Rosse hanno rappresentato per me uno stimolo a fare le cose per coloro che stavano peggio di me.

L’addio del prof.
Poi il prof. ci ha lasciati con un “incontro delle 6 e mezza” indimenticabile, dopo il quale io e Piero ci siamo ritrovati fuori a piangere come bambini. Lui, che presagiva la sua imminente partenza verso il Regno dei Cieli, ci stimolava ad essere uomini di speranza nel futuro per costruire un mondo migliore.
Uomini nuovi: non solo le Giubbe Rosse, ma anche noi, che credevamo di dare una mano, ma che ne ricevevamo tante.

http://www.pedagogiaglobale.it/default.asp?id=34&mnu=31