TERRA SANTA
L'incredibile Mar Morto
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Carissima
sono nella mia stanza e, aldilà della vallata del Cedron, si stende la città vecchia, con in primo piano la spianata del Tempio con le sue possenti mura e le cupole delle Moschee.
Sono da cinque giorni in Terra Santa e solo ora riesco a capire, seppur parzialmente, ciò che è la vita di qui; solo ora riesco a entrare nella spiritualità di questi luoghi: e ora tutto mi sembra meraviglioso, perché ho capito che non devo capire alcunché. Forse è questa la rivelazione: tutto è mistero.
È un mistero l’uccisione di due ragazzi quest’oggi (a Gerusalemme o a Betlemme: qui non si sa nulla). È un mistero il sasso che ha colpito il pulmann al ritorno da Betlemme, mezzo metro sotto il mio finestrino. È un mistero il Muro del Pianto. È un mistero quel musulmano che mi ha chiesto quante volte ho letto la Bibbia e, dopo i miei balbettamenti, non dovuti unicamente alla lingua, mi ha detto che lui l’ha letta sei volte dall’inizio alla fine.
E al Calvario (immaginalo tutto diverso da come lo credi): quel gruppo di italiani che entra in processione come un buldozer, senza rispettare il silenzio dei presenti e che canta senza lasciare un attimo di raccoglimento.
E il Sepolcro (si entra in quattro alla volta, ci si inginocchia per circa un minuto in silenzio, poi si possono scattare le foto) col prete di non so quale religione che mi prende le mani e me le inchioda sulla pietra…
E potrei continuare… continuare… continuare…
Sono molte le cose che mi scorrono davanti che, se meditate ben bene una per una, un anno non basterebbe…
È un mistero buffo anche l’unica canzone italiana suonata qui… Esatto! (titolo di una canzone di Francesco Salvi del 1989, nota postuma) Proprio lei!
Come vedi sono passato all’ameno, anche se è molto difficile, anche perché qui tutto è essenziale ed esistenziale.
Anche nei luoghi di villeggiatura, spiaggia con acqua-fan, in cui ci siamo buttati anche noi, si palpa la paura e la preoccupazione della gente ricca: gli ebrei.
Betlemme è una città morta: poliziotti con mitra imbracciati e agenti segreti (per la verità non molto segreti) con pistole alla cintura che giran per chiese ed entrano nella Basilica della Natività con l’arma spianata.
A Gerusalemme: perquisizioni, camionette che corrono e guarnigioni militari in giro… nel modo più normale, o uno dei “coloni” in visita alla città con tutta la famiglia che reca sulle spalle un piccolo figlio e il mitra.
Queste sono cose essenziali!!!
Come sono essenziali per gli ebrei il Muro Occidentale e il loro potere, o per i palestinesi le loro Moschee e la libertà, o per noi la Morte e la Resurrezione di Cristo, o per tutti l’essere figli dello stesso Dio.
Forse ti ho stancata.
Forse ho scritto senza tenerti presente.
Forse non ti mando la lettera.
Certo è che son preso da queste cose.
Forse tra cinque giorni le avrò dimenticate.
Gerusalemme, 22 agosto 1989 |